Attesa di Dio by Simone Weil & M. C. Sala

Attesa di Dio by Simone Weil & M. C. Sala

autore:Simone Weil & M. C. Sala [Weil, Simone & Sala, M. C.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Christian Books & Bibles, Churches & Church Leadership, Church History, History, World, Religious, Christianity, Religion & Spirituality, Foreign Languages, Italian, Religion, Teologia
Amazon: B00NIXZVNW
editore: Adelphi
pubblicato: 2014-09-16T22:00:00+00:00


[Amore implicito e amore esplicito]

Persino il cattolico più rigoroso non oserebbe mai affermare che la compassione, la gratitudine, l’amore per la bellezza del mondo, l’amore per le pratiche religiose e l’amicizia siano monopolio dei secoli e dei paesi in cui la Chiesa è stata presente. Questi amori nella loro purezza sono rari, ma sarebbe difficile asserire che siano stati più frequenti in quei secoli e in quei paesi anziché in altri. Credere che non possano prodursi là dove il Cristo è assente significherebbe sminuire il Cristo fino a oltraggiarlo, sarebbe un’empietà, quasi un sacrilegio.

Questi amori sono soprannaturali; e in un certo senso sono assurdi. Sono folli. Finché l’anima non abbia avuto un contatto diretto con Dio in persona, essi non possono appoggiarsi ad alcuna conoscenza fondata sull’esperienza o sul ragionamento. Non possono quindi essere sorretti da alcuna certezza, a meno che non si adoperi questa parola, in senso metaforico, per designare il contrario dell’esitazione. Di conseguenza è preferibile che non vi si accompagni alcuna credenza. Sarebbe intellettualmente più onesto, e si salvaguarderebbe meglio la purezza dell’amore. Sarebbe più adeguato sotto ogni aspetto. Riguardo alle cose divine, ciò che a esse conviene non è la credenza, ma solo la certezza. Tutto quello che è al di sotto della certezza è indegno di Dio.

Durante il periodo preparatorio, gli amori indiretti costituiscono un moto ascendente dell’anima, uno sguardo rivolto con qualche sforzo verso l’alto. Dopo che Dio è disceso in persona non solo per visitare l’anima, come fa all’inizio per lungo tempo, ma anche per impadronirsene e trasportarne il centro presso di sé, tutto cambia. Il pulcino ha forato il guscio, è al di fuori dell’uovo del mondo.101 Quei primi amori sussistono, sono diventati anzi più intensi, ma si sono trasformati. Chi abbia subìto quest’avventura ama più di prima gli sventurati, coloro che lo aiutano nella sventura, gli amici, le pratiche religiose, la bellezza del mondo. Ma quegli amori sono diventati un moto discendente al pari dell’amore di Dio, un raggio indistinto nella luce di Dio. Almeno si suppone che sia così.

Gli amori indiretti non sono altro che l’attitudine dell’anima orientata verso il bene nei riguardi degli esseri e delle cose di quaggiù. Essi non hanno di per sé come oggetto un bene. Quaggiù non ci sono beni. E dunque, a rigor di termini, non sono amori. Sono attitudini amorose.

Nel periodo preparatorio l’anima ama a vuoto. Non sa se al suo amore corrisponda qualcosa di reale. Può credere di saperlo. Ma credere non è sapere. Simile credenza non la soccorre. L’anima sa con certezza soltanto di aver fame. L’importante è che continui a gridare la sua fame. Un bambino non smette di gridare se gli si dice che forse non c’è pane. Continua a gridare lo stesso.

Il pericolo non è che l’anima dubiti che ci sia o meno il pane, ma che si persuada con una menzogna di non avere fame. Può persuadersene soltanto con una menzogna, perché la realtà della sua fame non è una credenza, ma una certezza.

Ognuno di noi sa



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